La rivoluzione sostenibile dei brand indipendenti

La rivoluzione sostenibile dei brand indipendenti

10 brand indipendenti che tutti dovrebbero conoscere. 

È incoraggiante vedere quanti brand, per di più indipendenti, stanno sterzando verso una visione di produzione trasparente ed etica, ognuno in modo personale e focalizzandosi su differenti aspetti, ma con una visione comune che ci fa pensare al futuro in modo più positivo. Si tratta di una “rivoluzione sostenibile dei brand indipendenti”, determinati a mantenere quel rapporto tra etica ed estetica che caratterizza non solo la vera bellezza di un prodotto, ma anche il suo significato nel mondo. 

Sotto questo aspetto l’Italia si trova in un momento fiorente, in cui non manca il coraggio di prendere una posizione e di sensibilizzare il pubblico a porsi domande come “perché questo capo costa così poco? Dove è stato prodotto? Chi è stato coinvolto nelle fasi produttive?” ma soprattutto “Ne ho davvero bisogno? Che impatto ha la mia scelta sul mondo?”.

Così abbiamo selezionato 10 brand indipendenti basati in Italia che, in modi differenti, hanno deciso di schierarsi dalla parte dell’etica e della sostenibilità, sperando che possano essere d’ispirazione per altri brand e che aiutino a comprendere che l’unico cambiamento possibile parte dalle nostre scelte.

Avavav

Nato a Firenze nel 2017, Avavav unisce in modo inedito la qualità artigianale italiana e il design minimalista scandinavo, alimentato da una visione artistico-concettuale che è in realtà la vera mission di questo progetto. La giovanissima direttrice creativa del brand, Beate Karlsson, ossessionata dalla ricerca dell’originalità, ha trovato un perfetto equilibrio unendo la sua visione al processo di produzione sostenibile, dando vita a un progetto che non si pone limiti creativi, ma riesce a considerare i limiti del mondo in cui viviamo, prendendone atto e cercando di apportare dei cambiamenti. Avavav, infatti, ricerca la materia prima per le sue collezioni tra le metrature di stoffa scartate dai grandi brand, che sarebbero altrimenti destinati al macero. Questo permette loro di partire da una materia di qualità altissima, che si trasforma e prende nuova vita, diventando il veicolo di una visione originale e artistica.

Studio Sartoriale

La ricerca e il riutilizzo di tessuti dimenticati, ma di altissima qualità, sono altrettanto abbracciati da Studio Sartoriale, che unisce però al discorso della sostenibilità anche valori come l’inclusività, l’empowerment femminile e la fluidità di genere.

Piumini oversize, top decostruiti, abiti asimmetrici e maxi pantaloni sono ciò che costituisce la base dei design di questo brand veronese.

Giulia Franzan, designer dietro Studio Sartoriale e l’agenzia di comunicazione Era Studio, basata a Berlino, hanno costruito un nuovo immaginario in cui ogni capo nasce per essere indossato da tutti, a prescindere dal genere o dalla fisionomia, diffondendo il messaggio che ciò che conta non è come appariamo agli occhi degli altri, ma come ci sentiamo indossando quei capi. 

“In Italia è facile vedere fabbriche di tessuti di grande qualità che ormai non possono più competere con i colossi Cinesi e che per questo sono costretti a chiudere e io non sono mai riuscita a capire il motivo per cui i brand non utilizzassero i tessuti così pregiati, già disponibili, pronti per essere cuciti e lavorati; così per me è stato naturale farlo e raccontare anche dei valori che sento di voler diffondere con il mio lavoro, affinché possa lasciare un segno, se non altro per me stessa”. 

Garbage Core

Un altro progetto che punta sul riutilizzo come strumento di contrasto alle dannose dinamiche produttive classiche è il brand milanese Garbage Core.

Il nome di questo progetto ha già insita in sé l’essenza che ne alimenta la mission: creare capi e accessori fatti a mano con abiti riciclati e che siano unici nel loro genere.

Giuditta Tanzi, fondatrice del brand, ricerca e archivia abiti dismessi tra i mercatini, nei negozi di seconda mano, ma anche tra i vari armadi di amici e parenti.

Si tratta di un processo focalizzato non solo sul donare nuova vita a un capo, ma anche sul suo studio del design e le sue possibilità di decostruzione, una costante sperimentazione attraverso i tessuti e i concetti di arte indossabile e sostenibilità, che rende il progetto estremamente artigianale e unico nel suo genere. Garbage Core vuole dare una seconda vita ai vecchi abiti, ma allo stesso tempo punta a mantiene intatta la loro anima, mantenendo la testimonianza della loro vita precedente.  

Rayon Vert

Sempre a Milano e sempre attento al riutilizzo dei materiali e alla loro qualità è Rayon Vert, una linea di abbigliamento di ricerca nata nel 2017 fondata da Yuri Kaban e Pietro Fareri, la cui comune passione per la vita all’aria aperta li ha portati ad avvicinarsi all’escursionismo di lunga distanza e a produrre e innovare l’abbigliamento e l’attrezzatura outdoor, progettando e producendo attrezzature, zaini e indumenti in piccoli lotti.

Rayon Vert si dedica ad avere il minor impatto possibile sull’ambiente, adattando e progettando un sistema di produzione open-manufacture che permette di fornire indumenti e attrezzature ad un ritmo costante in un modo molto meno dannoso rispetto all’impatto attuale delle linee di produzione standard, nel perseguimento di una condizione in cui tutti siano in grado di produrre i propri capi di abbigliamento e attrezzi. Così facendo puntano a rendere superflue le linee di produzione di bassa qualità sostenendo l’autoproduzione e le imprese locali, a stabilire una maggiore connessione tra gli utenti e i loro indumenti, incoraggiandoli a riparare e riutilizzare quando possibile, a trasmettere agli utenti le conoscenze necessarie per adattare gli articoli alle loro esigenze e infine a ridurre l’impatto ambientale della produzione di massa. Tutto ciò ha anche lo scopo di stabilire uno standard di controllo informato sulla produzione, l’uso, lo smaltimento e il rientro degli indumenti e degli attrezzi nel ciclo di produzione, da parte degli utenti.

Flavialarocca

Tra i brand che si focalizzano sul riutilizzo e quelli che puntano a una produzione sostenibile ed etica di nuovi capi Flavialarocca si colloca proprio al centro, si definisce infatti un brand di “modular and ethical fashion” e nessuna descrizione potrebbe essere così perfetta.

Flavialarocca propone un nuovo atteggiamento verso l’abbigliamento, un modo estremamente contemporaneo di percepire la moda, rendendo i capi personalizzabili risparmiando tempo e spazio: tutti gli abiti sono composti da moduli intercambiabili che, attraverso l’uso di cerniere nascoste, possono essere staccati e abbinati nuovamente per creare diverse combinazioni.

Questa possibilità di indossare lo stesso capo d’abbigliamento in modi diversi o di rinnovarlo, invece di buttarlo via, rende il ciclo di vita del prodotto più lungo.

Il suo approccio verso l’abbigliamento, focalizzato su capi modulari, ha infatti lo scopo di creare un guardaroba senza fine, con la conseguente diminuzione di sprechi di acqua, energia e materie prime, causa delle numerose collezioni stagionali e del desiderio di possedere sempre capi nuovi per stare al passo con i trend che i grandi marchi dettano. Il suo design si basa su linee audaci e geometriche, un dialogo tra prospettive stagionali e un design contemporaneo e funzionale.

Tutti i pezzi sono realizzati con tessuti riciclati, realizzati con nuove tecnologie o naturali e ovviamente certificati. La produzione è interamente Made in Italy per abbattere le emissioni di CO2 e limitare l’impatto ambientale dei trasporti, con un controllo minuzioso della loro filiera per assicurarsi che rispetti il pianeta e le persone che lo abitano. 

Per quanto, ormai è chiaro a tutti, la via più sostenibile è quella del riutilizzo, ci sono comunque dei brand che, per la loro dimensione umana e la sperimentazione che ne rappresenta il cuore e lo slancio, riescono a produrre piccole collezioni con materiali innovativi e in modo etico.

Silvia Albani

Ispirata dalla natura e dalla sua delicatezza, anche Silvia Albani merita di essere citata per il suo progetto basato sulla qualità e per la sua scelta produttiva.

Silvia Albani è un brand responsabile e lento, progettato e realizzato a Rimini, in un piccolo laboratorio vicino al mare.

La produzione è caratterizzata da capi essenziali per il quotidiano con tinture realizzate a mano e dal design tessile sostenibile.

I colori sono infatti il risultato di un’attenta sperimentazione con pigmenti e piante, per ottenere la perfetta tonalità di colore.

I capi eco-stampati sono creati con foglie e fiori stagionali selezionati, dando vita a prodotti unici che non possono essere replicati in serie, realizzati eticamente con passione a mano e scegliendo consapevolmente fibre vegetali di produttori italiani.

Questo brand si impegna a creare capi di alta qualità e di lunga durata per rinnovare il valore dell’artigianato con una visione artistica e sperimentale.

Silvia Albani non segue i ritmi delle collezioni stagionali, ma piuttosto fornisce prodotti senza tempo durante tutto l’anno: capi essenziali in continua evoluzione in termini di forme, colori, dettagli e nuovi materiali di provenienza responsabile e consapevole, inoltre i prodotti sono realizzati su ordinazione, un modo per evitare sprechi.

A2bymatin

A2bymatin unisce il suo orientamento verso una produzione sostenibile al sostegno per lo sviluppo e la crescita della figura femminile, collaborando con le sartorie locali e con i laboratori di maglieria a Teheran. Questo giovane brand, nato nel 2016, unisce l’esperienza delle sorelle Matin, Aida e Anahita, in un progetto che fa da ponte culturale tra Iran, dove si trova Aida e l’Italia, dove attualmente vive Anahita.

L’ispirazione del marchio è l’identità in evoluzione: il loro stile è il punto d’incontro tra la sartoria italiana e la cultura contemporanea iraniana, elaborate organicamente in chiave contemporanea.
Il risultato è la fusione organica di due culture, che mostra la bellezza dell’incontro della diversità, intesa come valore etico ed estetico.

Così il gioco di volumi e l’esplorazione dei colori raccontano i legami e il loro valore attraverso la stoffa. Questo genere di progetti, definiscono la moda come una narrazione di storie che difficilmente riusciamo a leggere attraverso i brand di grande distribuzione ed è proprio questo che ne marca la differenza e i valori stessi.

Lungomare studio

È molto facile trovare nella genesi dei brand indipendenti una storia di legame tra i suoi fondatori così, come l’amicizia e la passione per Rayon Vert e il legame famigliare per A2BYMATIN, anche Lungomare studio nasce dall’unione creativa di due designers, Gianni Bugli e Roberta Fabbri, entrambi Riminesi, che negli anni hanno vissuto e lavorato tra Milano, Firenze e Parigi. Lo scopo del loro progetto è quello di creare capi di alta qualità, che vadano oltre i classici canoni e dettami della moda tradizionale, ma che siano piuttosto senza tempo.

Tutti i materiali utilizzati sono frutto di uno studio ampio e minuzioso in termini di qualità e sostenibilità. Il ciclo produttivo, dalla ricerca alla produzione, si svolge interamente in Italia, servendosi delle migliori maestranze del tessile Made in Italy.

I Filati e i tessuti puri vengono declinati in colori assoluti, ottenuti tramite tinture e lavaggi che rispettano l’ambiente grazie a tecniche innovative che preservano la bellezza dei capi, ma con occhi puntati sulla salvaguardia del pianeta.
Cura e amore, Lungomare nasce da questi valori, evocando un immaginario che fa parte da sempre della vita dei fondatori di questo progetto: la Riviera Romagnola con la sua colorata confusione d’estate, ma anche la malinconia affascinante del lungomare d’inverno, con la sua semplicità che fa parte dei nostri ricordi per sempre.

Alloa Casale

A proposito di semplicità non possiamo dimenticare di citare Alloa Casale, un piccolo brand di sartoria indipendente con base in provincia di Torino.

Il concept di questo brand ruota attorno al comfort e al design minimale, fresco e delicato, tradotto dall’utilizzo di tessuti morbidi che sfiorano le curve e che fluttuano intorno al corpo con deliziosa gentilezza. Alloa Casale vuole creare un’esperienza sensoriale per chi lo indossa, scegliendo una palette che calma la mente e tessuti che ci connettono con la natura. Questa visione trascende i capi stessi, che diventano un mezzo per riprendere contatto con ciò che siamo e il contesto in cui viviamo.

È un invito a vivere i capi come un’estensione di noi stessi e come mezzo per focalizzarci sulla semplicità della vita, in contrasto con una visione materialista.

Eticlò

Un altro brand italiano che concretizza la sua visione etica con l’utilizzo esclusivo di fibre naturali e di origine biologica, nonché sulle tinture ecologiche che escludono l’utilizzo di metalli pesanti e sostanze chimiche, è Eticlò

Le sue collezioni prendono vita in Veneto, fra Treviso e Padova, collaborando con aziende selezionate che ne condividono la visione e l’etica e con operatori internazionali che supportano progetti di sviluppo sostenibile.

Il design di questo progetto è caratterizzato da uno stile pulito e raffinato, che rivisita sintetizzandone le forme i capi classici e intramontabili.

Evitando di rinnovare compulsivamente la proposta, Eticlò propone capi pensati per durare nel tempo ed essere rinnovati nel corso di più stagioni, diffondendo il messaggio che ciò che è bello, lo è per sempre e che possedere meno e di qualità è la soluzione.

Ognuno di questi brand, nato da incontri e storie differenti, è in verità animato da un “attivismo cortese” comune, che ha l’intento di cambiare il mondo in punta di piedi e in modo personale, attraverso la propria visione, coerente con le storie che ne hanno scaturito la sua origine. Il lavoro di questi brand ha un significato molto potente, perché è grazie ai loro sforzi se abbiamo un’alternativa ai grandi brand commerciali, i quali pur avendo molto denaro da investire per spingerci a comprare, hanno comunque poche storie da raccontare e pochi valori da condividere.

 

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